Mettersi a dieta per alcuni è quasi un fatto meccanico: si mangia meno, si beve di più e si osserva l’ago della bilancia scendere piano piano.
A volte basta questo, a volte no: nella maggioranza dei casi, una dieta affrontata in questo modo, considerandola quasi esclusivamente un fatto fisico, avrà successo nel breve periodo, ma non porterà a un peso stabile e una perdita costante nel tempo.
Tanti, dopo un lungo periodo di concentrazione e di regime alimentare iper controllato, finiscono per cedere recuperando in brevissimo tempo i chili perduti (purtroppo, a volte anche con gli interessi!)
Perché? Perché la dieta deve essere innanzitutto un fatto mentale, un movimento di tutto il nostro organismo, una scelta spirituale. Solo in questo modo potremo effettivamente raggiungere i nostri obiettivi.
Vediamo come.
Mettersi a dieta: perché?
Partiamo dal primo punto fermo: non si può perdere chili per compiacere gli altri, rispondere a uno standard da rivista, imitare un modello impossibile.
Iniziare un percorso alimentare con queste convinzioni significa partire col piede sbagliatissimo.
Ci può sicuramente essere un motivo estetico – in tantissimi con l’arrivo dell’estate vogliono perdere i 2/3 chiletti messi su in inverno – ma le motivazioni devono essere interiori: qualsiasi sia la ragione per cui vogliamo cambiare, dobbiamo davvero desiderarlo per noi e per nessun altro.
Nessuno a cui dare conto, nessun giudizio, nessun timore: dobbiamo rispondere solo a noi stessi e – come per tante altre cose della vita – seguire la nostra strada, con le nostre modalità e i nostri tempi, per sentirci davvero a nostro agio e non perdere lo slancio iniziale.
In secondo luogo, non dobbiamo vedere la dieta come una mera riduzione della taglia: una dieta coinvolge tutto il nostro corpo, il nostro spirito, la nostra mente.
Si può trattare di una trasformazione vera e propria, durante la quale i chili che perdiamo non sono una zavorra di cui vergognarsi, ma – piuttosto – un motore, uno stimolo, lo stimolo più forte che esista!
Infine, l’emotività.
A volte il senso di fame che proviamo nel corso della giornata non è vera e propria fame, ma quasi una risposta emotiva a qualcosa di esterno, un contrattempo, un dispiacere, una delusione. Come mai?
Nel nostro corpo è fondamentale il livello di dopamina, che gestisce in tutto e per tutto la sensazione di benessere: se questo livello non viene raggiunto con la soddisfazione personale, spesso tendiamo a “compensare” buttandoci sul cibo.
Un metodo facile, veloce, dall’immediata soddisfazione, ma anche molto rischioso nel lungo periodo.
Attenzione: non significa che ogni tanto non sia concesso esagerare, concedersi uno strappo alla regola e farsi felici con una pietanza di cui siamo golosi. Significa, però, non entrare in un circolo vizioso, un effetto “yo-yo” che non può che farci male sia dal punto di vista fisico – con l’ago della bilancia che sale – che psicologico – con la classica insoddisfazione che si prova quando si sente di aver ceduto troppe volte.
Controllare le emozioni, accettare che una dieta coinvolga anche la parte più profonda di noi, significa gestire il percorso al meglio, magari lentamente, ma senza abbandonare i nostri propositi.
Mettersi a dieta: lo sport come alleato
Lo sport è il grande alleato di chi inizia una dieta: dalla camminata alla corsa, passando per il nuoto, il tennis e qualsiasi altra disciplina che possa stare nelle nostre corde, muoversi vuol dire accelerare il processo di dimagrimento.
Ma muoversi significa anche rendere questo percorso un po’ più facile e un po’ più divertente: bando ai pomeriggi passati fissando il frigo o le pause pranzo trascorse cercando di non guardare cosa mangiano gli altri.
Molto meglio uscire, prendere aria, muoversi, divertirsi: le attività inizieranno come per magia a regolare la nostra sensazione di fame, aiutandoci a gestire il passaggio del tempo e la regolazione dell’alimentazione.
In più, fare sport – seriamente e con costanza – ci permette di fare ogni tanto qualche strappo alla regola per gratificarci.
Insomma, mettersi a dieta non è un gioco da ragazzi, ed è per questo che bisognerebbe impegnarsi a 360°: per un cambiamento che parta da dentro per stare in salute!